16/11/09

Mammooth



C'è un nuovo caso nell'emisfero della musica indipendente italiana, forse per una volta fareste bene a munirvi di occhialetti in 3d, per gustare l'avanzata di questa corpulenta creatura che è in realtà capace di abbracciarvi con un suono dai tratti quasi celestiali. I Mammooth sono un collettivo di musicisti con base a Roma, non propriamente una rock band che ama crogiolarsi nell'asfittica realtà della sala prove, ma una ensemble che guarda agli ambienti artistici limitrofi come il cinema, il teatro e la tv. Un nome che lascerebbe pensare ad una gang di imperturbabili musicisti heavy, ma dal cantante e chitarrista Riccardo Bertini scopriamo che i nostri sono da sempre innamorati dei giochi di parole, come dalla traslazione di un significato o di un termine che possa creare disorientamento, capovolgere la realtà per scoprire il suo doppio alienante, la sua zona d'ombra. E ancora, lo stesso titolo dell'album “Back In Gum Palace” non è altro che un gioco di parole (la residenza dei reali inglesi ad esempio) leggibile a diversi livelli. Più che un riferimento all'animale preistorico, si tratta di una suggestione. E' proprio il forte contrasto tra il primitivismo e l'umoralità bestiale di una "cosa" antica, estinta, e il suo proiettarsi nel mondo tecnologico moderno dominandolo e "sfruttandolo" che ha scatenato le nostre fantasie. Qual è dunque il segreto di questa formazione che si muove agilmente tra le linee, evitando parallelismi con la più pretenziosa concezione di avanguardia? C'è il desiderio forte di esplorare gli angoli bui di territori già noti. Portare l'elettronica, il blues, l'hard-rock, la psichedelia, le derive post-rock, il kraut a scontrarsi in jam strumentali, in piccoli bozzetti o in brani complessi dall'anima progressive. Per i Mammooth la giusta ricetta si quantifica nella sintonia degli elementi in gioco, siano essi acustici, elettronici o di natura ambientale (i cosiddetti field recordings). L'importante è che nessuno degli ingredienti prenda il sopravvento sull'altro. Mettere in fila una sequela di nomi pur di rendere allettante la propria proposta è pratica rischiosa. Allora i Mammooth sgombrano il campo, citando unicamente esempi calzanti. Air, Massive Attack e Zero 7 hanno scritto pezzi senza tempo, proprio centrando l'alchimia perfetta di cui sopra. Ma anche nelle pieghe della Chicago post-rock puoi trovare queste perfette sinergie: i primi Tortoise od anche i Trans AM ad esempio. Dal punto di vista artistico la musica dei Mammooth si adatta alla pellicola, divenendo più sfumata, cinematica. Qual è dunque il rapporto dei nostri con registi e produttori? Sono diverse le opzioni, dall'utilizzo di brani editi per lo score, alla creazione di un commento sonoro ad hoc. Un atteggiamento dunque flessibile, nel rispetto del lungometraggio, anche se il desiderio è quello di sottolineare le immagini con le proprie progressioni strumentali. Come recentemente accaduto per "Sandrine nella pioggia", film che sarà presto nelle sale, dove il gruppo è libero di muoversi nel suo universo. In quest'ottica non mancano le collaborazioni esterne del gruppo, l'amicizia con Claudio Santamaria ha portato ad esempio alcuni fruttuosi esperimenti in sala e dal vivo, occasione per vedere l'attore cimentarsi alla tromba ed alla chitarra. Qual è infine la più grande ambizione dei Mammooth? "Che le persone parlino di noi come di un gruppo di qualità sia su disco che dal vivo. Che il nostro lavoro raggiunga il più ampio numero di persone. Banale?" Affatto. Da tempi immemori l'arte del musicista si specchia proprio nel suo pubblico.

“Back In Gum Palace”, che esce il 21 Novembre per Forward Music Italy, verrà presentato dal vivo a Milano venerdì 20 novembre alla Casa 139

Riccardo Bertini -- Voce e chitarre
Fabio Sabatini -- tastiere & programmazione
Roberto Mastrantonio - chitarre
Joy Angelini- basso
Luca Marinacci -- batteria
Special guest - Claudio Santamaria -- tromba, chitarre, voce

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