05/08/09

Andrew Morgan


Probabilmente vi siete già imbattuti in Andrew Morgan al tempo del suo debutto per Broken Horse, risalente al 2004. "Misadventures In Radiology" è stato registrato presso il New Monkey studio di Los Angeles, grazie all’intermediazione del compianto Elliott Smith, cui avanzavano delle ore di registrazione già abbondantemente pagate dalla sua casa discografica. Tra gli ospiti di punta di quel disco John McMahon, violoncellista celebre per aver apportato tocchi di romantico neo-classicismo alla musica di Built To Spill. Per il suo ritorno in scena Andrew non va troppo per il sottile, presentandosi addirittura con un doppio album: "Please Kid, Remember/Victory In Passing". Un parto gemellare, che esalta ancor di più le doti di arrangiatore e scrittore del musicista di Kansas City, alimentando ulteriormente il sogno di una canzone eterea, a tratti impalpabile. La definizione di pop cameristico è quella che più si addice alla musica del nostro, una sospesa dimensione acustica in cui l’intervento degli archi è spesso determinante. L’utilizzo di un gran piano, del contrabbasso, di un harmonium ereditato dallo stesso Elliott Smith (a quanto dicono voci ben informate), di un arpa, dei timpani e del glockenspiel rendono l’atmosfera ancor più ovattata e classica, una sorta di folk moderno immerso in profondità oceaniche, con la voce di Morgan quasi eterno sospiro. Sono stati fatti addirittura paragoni coi The Zombies di “Odessey & Oracle” ed il Badly Drawn Boy di “The Hour Of The Bewilderbeast” per porre dei confini noti alla musica di questo emergente chansonnier. Noi potremmo tirare in ballo il vago sapore lisergico dei tardi Beatles, che come un ombra aleggia sul doppio disco. Pop acustico, raffinato, una nuova alba per Andrew Morgan che già concorre ad occupare un ruolo di primissimo piano tra gli autori indipendenti più in vista di questo 2009, sia oltreoceano che nel Regno Unito, dove è stato già più volte incensato dal magazine Uncut.

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