27/10/08

Hush Arbors



E’ folk bagnato nell’acido quello proposto dagli Hush Arbors, evocativo nome d’arte dietro al quale si nascondono Keith Wood e Leon Dufficy. Dopo una circoscritta gavetta nei sotterranei del rock americano – seguendo la prassi che prevede la pubblicazione di cd-r e cassette in tiratura limitatissima – arriva il debutto ‘adulto’ per la Ecstatic Peace di Thurston Moore, che con una provvidenziale serie di uscite sta provvedendo a plasmare gli scenari della nuova psichedelia americana. In 10 anni gli Hush Arbors hanno messo a punto una combinazione stilistica di raro impatto, costruendo i propri brani attorno ad oniriche jam strumentali. Un’attitudine che li avvicina ai grandi eroi della psichedelia dei seventies, laddove le tirate strumentali costituivano il tappeto per vibranti interpretazioni. A fianco alle chitarre sature c’è anche una fine scrittura, che tende a rispolverare alcune delle più polverose pagine del cantautorato occidentale. Una tensione emotiva avvolge questo omonimo manifesto, sorretto da elettrici voli pindarici, che piuttosto che trasportarci in una dimensione parallela intendono riscrivere le coordinate di quella new weird america che è proprio confinante col freak folk. Un’idea stralunata quindi di interpretare la tradizione, rivisitando i luoghi della canzone d’autore – alcune delle tappe sono intitolate a giganti quali Neil Young, Bert Jansch e John Phillips - attraverso un’effettistica primitiva, che molto concede ad echo e delay. Per Keith Wood – il creatore della sigla – gli attestati di stima si sono subito susseguiti, Ben Chasny dei Six Organs Of Admittance è stato il suo sponsor principale. Circostanza che ha poi portato all’incontro indiretto con un altro vate della più sublime e ancestrale musica acustica dei giorni nostri: David Tibet. Il leader dei Current 93 si è anzi fatto avanti, proponendo allo stesso Keith l’ingresso nella sua leggendaria formazione. Sono questi altri pezzi di un mosaico che fanno di Hush Arbors, solida realtà contemporanea. Un attraversamento strategico delle musiche degli ultimi 40 anni, attraverso la lente estetizzante dei giorni nostri. Cinema per le orecchie!

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