26/08/08

Bellafea



C’è tutta la tensione delle migliori post-punk band americane nella musica dei Bellafea, trio originario di Chapel Hill, North Carolina. Al secolo Heather McEntire (voce, chitarra), Nathan Buchanan (batteria) ed Eddie Sanchez (basso). Sono al debutto lungo e certo non amano andare per il sottile, mantenendo un approccio piuttosto stringato per tutta la durata del disco. Nove i brani in questo loro esordio prodotto da Southern Records, una mezz’oretta essenziale in cui i migliori risvolti della musica chitarristica degli ultimi 15 anni si susseguono senza soluzione di continuità. Elevato il profilo emotivo di questo lavoro, che certamente fa tesoro delle esperienze passate di marchi quali Touch & Go o Dischord, in altre parole le pietre d’angolo della nuova cultura indie a stelle e strisce. Un approccio pieno di livore, ma a tratti melodrammatico quello dei Bellafea, laddove è un violino a sorreggere le sorti della semi ballata "Telling The Hour", in cui la vera protagonista è la malleabile voce di Heather. Un gruppo che non si bagna unicamente nel mare delle produzioni noise dell’ultimo decennio, mostrando in realtà di possedere un’anima prossima ad un songwriting più classico ed essenziale. In questa giostra di contrasti emotivi i Bellafea incidono un solco, complici anche i compagni di avventura locali (il trio è rispettato e idolatrato negli ambienti cittadini) John Danielle (Mountain Goats), Dave Laney (Milemarker, Challenger) e l’autore Brad Land (Goat, Pilgrims Upon The Earth). "Cavalcade", che sin dal titolo impone una certa spinta motoria alle dinamiche del disco, è un esempio di come si possa ancora concepire musica dal profilo fortemente adrenalinico senza in questo rinunciare a bollenti ed urlate melodie. Un esordio coi fiocchi.

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