28/02/08

Tornano The Dirtbombs!


The Dirtbombs “We Have You Surrounded” CD/LP (In The Red)

Quarto album da studio per la band di Mick Collins, un’autentica forza della natura, l’uomo che forse ha più saputo rinverdire i fasti della scena garage americana. Prima coi Gories, successivamente con Blacktop e King Sound Quartet, un’ istituzione, ma anche un modello per personaggi di conclamata fama come Jack e Meg White (White Stripes), con i quali si è anche cimentato alla batteria in una rarissima performance da studio. Questa è la 17sima line-up del gruppo, che pur sconvolgendo l’organico mai rinuncia all’assetto originale che prevede due bassi (di cui uno fuzz), due batterie e la stesa chitarra del mastino Collins. Si rinnova il sodalizio con In The Red, unico marchio capace di supportare con adeguati mezzi ed ottima visibilità le scorribande dei più destrutturati combo rock’n’roll americani.
Quello di We Have You Surrounded è un suono ancora gravido di chitarre garage-fuzz e melodie soul, uno stile imparentato con la cultura della motor city: purissimo distillato detroitiano.
Con la traccia d’apertura – It’s Not Fun Until They See You Cry – Mick si toglie la soddisfazione di omaggiare uno dei suoi artisti preferiti, Mark E Smith, in quello che sembra un rigoroso tributo ai Fall. Come in Ever Lovin’ Man è evidente l’influenza di Iggy & The Stooges. Un disco costellato da episodi selvaggi, spesso stemperati da melodie doo-woop e da richiami sfrontati alla cultura black.
Altra caratteristica importante dei Dirtboms è l’accurata scelta delle loro scalette, confortata spesso e volentieri da preziosissime cover, un modo unico di riattualizzare tradizioni decennali, puntando contemporaneamente sull’originalità nonché sull’acceleratore. Anche questa volta scelte ‘ad effetto’ con le riprese di meravigliose re-interpretazioni. Sherlock Holmes degli Sparks è infernale pop music, mentre Fire In The Western World degli storici psyco-rockers di Seattle Dead Moon assume proporzioni epiche. Menzione particolare per Leopardman At C&A, liberamente ispirata all’omonima graphic novel dell’immenso fumettista/musicista Alan Moore (Watchmen, V For Vendetta tra le tante opere) .
E non è questo l’unico legame extra-musicale, se pensate che il regista Julian Schnabel ha voluto un loro vecchio cavallo di battaglia – Chains Of Love – per la colonna sonora del film Diving Bell (in Italia uscito col titolo di Lo Scafandro e La Farfalla).
Ancora un saggio di musica stradaiola per quell’autentico leader of the back che è Mick Collins, a fugare in maniera definitiva le voci incontrollate su un prematuro abbandono. I Dirtbombs sono la rock’n’roll band per antonomasia dei giorni nostri. Che sia ancora Detroit Rock City!

27/02/08

Dimension X

Dimension X “Dimension X” (Sonic Invaders)

Preparatevi ad una spaziale immersione nel mondo della più selvaggia musica improvvisata,
quella che ancora sembra tener serrato un rapporto con l’attitudine ‘punk’. I tre marziani dietro al monicker Dimension X sono Massimo Pupillo (basso, Zu), Chris Corsano (batteria, nella touring band di Bjork e sul disco Volta) ed il francese David Chalmin (chitarra ed elettroniche, una carriera divisa tra art-rock e progetti di video-arte).

Un progetto che approfittando dell’esperienza decennale dei nostri, ci propone un sound serrato, ispirato ad un ipotetico lungometraggio sci-fi, simulazione tempestosa di quello che potrebbe essere un incontro ravvicinato del terzo tipo. E le capacità quasi ‘tentacolari’ dei 3 musicisti sembrano proprio re-incarnare la figura di un mostro dall’iperspazio. Suggestivo cesello al lavoro la copertina-poster curata da Scarful, artista e illustratore romano, fido braccio destro degli Zu per le passate pubblicazioni e nome di assoluto richiamo nei circuiti della nuova graphic-art.

E’ a Roma, nel 2006, che i tre cominciano a registrare a ruota libera. Alcuni stralci di Dimension X, trasmissione radio leggendaria tra gli appassionati di fantascienza negli anni ‘50 (le storie apparivano originariamente sul periodico Astounding Science Fiction), sono stati impiegati nella gestazione dell'album, strutturato attorno a cinque pezzi guida (il sesto - The Empire Never Ended - costituisce infatti una chiara improvvisazione sonora).

Dimension X rivisita archetipi impro-jazz, grazie alla manipolazione elettronica e al vigore delle musiche più estreme: siano esse hardcore, noise o industrial. Attingendo ad un’abnorme libreria sonora – www.archive.org – che costituisce il fulcro del progetto stesso.

Sonic Invaders è la divisione rock/elettronica/sperimentale di KML Recordings. L’etichetta è gestita da un collettivo di musicisti, tra i quali spiccano i nomi dello stesso Massimo Pupillo e della musicista newyorkese Katia Labeque.

Goodfellas cura le edizioni musicali di Dimension X.

::FLUX:: "One of the strangest records to come through my letter box for years"

::MOJO:: "free-rock supergroup travel deep into retro sci-fi."

::UNCUT:: "...a thrash-noise supergroup"

::THE WIRE:: "An interesting combination of theatre and music"

::EXPERIMUSIC:: "a strong, strange and captivating journey into avant-rocks distorted underbelly"

::JAZZWIZE:: "something incredibly poignant and moving"



25/02/08

A Perfect Place

Non è davvero un mistero la passione di Mike Patton per le musiche da film, tutta la sua carriera – solista e non – è costellata da episodi che rimandano ai grandi compositori di colonne sonore. Partendo con i fini accenni delle prove soliste per Tzadik – Adult Themes e Pranzo Oltranzista - fino ad arrivare ai Fantomas di "Director’s Cut", passando per la compilation tributo ad Ennio Morricone per Ipecac, "Crime And Dissonance".

"A Perfect Place" è un cortometraggio diretto da Derrick Scocchera, le cui musiche sono state curate da Mike Patton. Il film è un atipico noir che tra i protagonisti vede nomi affermati della filmografia indipendente e non: Mark Boone Junior ("Batman Begins", "Trees Lunge") e Bill Moseley ("The Devil’s Rejects").

Alcune delle musiche – orchestrate per loro natura – possono rispondere ai crismi del genere, ma laddove l’estro di Patton è a lavoro a pieno regime, è possibile ascoltare un suggestivo guazzabuglio stilistico. Ci sono tutti i luoghi (non comuni) della musica popular: l’alter ego operistico di Mike – nella traccia in italiano Il Cupo Dolore – i calienti ritmi sudamericani – Batucada val bene un carnevale – lo swing del migliore jazz d’antan, assieme ai tribalismi e a quel pop genuinamente trasversale che Patton ci ha fatto spesso assaggiare coi Mr. Bungle.

Il tema dell’abum – Main Title - oltre ad omaggiare lo stesso Morricone, vuole richiamare le orchestrazioni sfavillanti dell’indimenticato John Barry, l’uomo che con le sue note ha contribuito a caratterizzare i film di James Bond. Un programma che mette in primo piano l’eclettismo del musicista, sorretto dal fido rack di effetti che hanno reso la sua voce uno strumento inedito.

Rispetto alla durata del film (contenuto nel DVD), le musiche composte da Patton ne doppiano il minutaggio. Evidente non solo lo sforzo artistico proferito, ma anche l’ispirazione che si è letteralmente impossessata del vocalist, da anni nei circuiti musicali che contano, ma solo ora capace di mostrare il suo incommensurabile talento nel mondo della celluloide.

Un altro indizio che costituisce prova schiacciante: Mike sta per entrare di forza nell’industria cinematografica! Nell’ultimo successo ai botteghini di Will Smith – l’inconsueto zombi movie "I Am Legend" – Patton presta la sua voce alle numerose creature che infestano la pellicola. E non finisce qui, in alcuni recenti videogiochi dai nomi sufficientemente indicativi (The Dakness, The Portal, Bionic Commando e Left 4 Dead) è proprio la sua adattabilissima ugola ad esser protagonista.

L’interesse per il cinema estremo si rinnoverà presto per Mike Patton, chiamato a sfoggiare le sue più viscerali passioni nel progetto Mondo Cane, sin dalla sigla un omaggio ai film di ‘serie B’ dell’Italia dei ’70.

A new star is (re)born!

22/02/08

I KULA SHAKER A QUELLI CHE IL CALCIO


I Kula Shaker dopo l'eccezionale sold out delle scorse tre date ad ottobre, tornano in Italia per due concerti (saranno stasera, venerdì 22 Febbraio all'Estragon di Bologna e domani, sabato 23, all'Ossigeno di Torino) e per una partecipazione al programma della domenica pomeriggio presentato da Simona Ventura. La band di Crispian Mills eseguirà "Second Sight", il primo singolo tratto dal fortunatissimo come back album "Strangefolk". La performance della band inglese aprirà il programma intorno alle ore 14. Non perdeteli.

21/02/08

"I saw you as a movie star, and now you're riding in my car"




NEON NEON - Stainless Style (Lex Records)

Neon Neon è il nome dietro il quale si celano l'ormai celebre produttore Boom Bip e Gruff Rhys dei Super Furry Animals e il loro debutto si intitola Stainless Style, disco che si ispira alla vita
incredibile del primo playboy-ingegnere del mondo, John DeLorean; un uomo d'affari grintoso che prendeva in prestito enormi somme di denaro (inclusi 85 milioni di sterline dal governo
britannico) per cercare di soddisfare il suo più grande sogno, quello di costruire un impero automobilistico: la sua gloria, la DMC-12, più nota semplicemente come "The DeLorean", è stata
immortalata come la macchina del tempo usata da Marty e Doc nel film cult degli anni '80 "Ritorno al Futuro". Con il suo stile di vita da jetset, automobili veloci e abiti alla moda, l'appariscente DeLorean non mancava certo di ammiratrici: venne anzi collegato ad una serie di amanti affascinanti, tra cui Raquel Welch, l'attrice che ha dato il titolo al primo singolo dei Neon Neon Raquel.
Secondo Playboy "the most desired woman of the 70's", Raquel Welch divenne un sex-symbol internazionale quando nel film "Un Milione di Anni Fa", interpretò la donna preistorica più sexy di sempre, emergendo dal mare vestita con un bikini fatto di pelle d'animale.
Il pop da dancefloor euforico, pungente e lussureggiante di Boom Bip ci trascina in un mondo eccitante fatto di macchine veloci, morbidi tappeti e Martini, mentre la scrittura di Gruff reimmagina - attraverso gli occhi di DeLorean stesso - l'inebriante storia d'amore tra il businessman dalla vita frenetica e la sirena dello schermo.
Ospiti nel disco Spank Rock, Yo Majesty e Fat Lip oltre alla partecipazione come turnisti di Fab, batterista di The Strokes, Har Mar Superstar e The Magic Numbers

20/02/08

Fuck Buttons - A Bright Tomorrow!

Fuck Buttons "Street Horrrsing" (ATP Recordings)

Hanno conquistato l’esigente pubblico dell’ATP lo scorso dicembre (l’edizione curata dai Portishead per intenderci) , con una delle performance in assoluto più gratificanti dell’intera manifestazione. E proprio dal cartellone dell’All Tomorrow’s Parties i due Fuck Buttons passano per osmosi alle scuderie dell’omonima label (che nel corso degli anni ha curato per l’Europa gli interessi di Deerhoof, Jackie-o Motherfucker, Bardo Pond e Fursaxa) raccogliendo i frutti di una fervida attività underground svolta negli anni recenti, costellata dalla pubblicazione di alcuni 7 pollici e cd-r. La band è partita sposando le ‘credenziali’ di alcuni dei più influenti artisti noise d‘oltreoceano – due nomi su tutti: Black Dice e Wolf Eyes - per poi utilizzare il rumore ai fini di un sound più strutturato. Il noise diviene dunque un tramite attraverso il quale esprimere inedite caratteristiche. L’approccio rimane analogico, con macchine d’epoca (vanno per la maggiore i Casio ed i microfoni giocattolo) e strumenti prontamente modificati, le textures si arricchiscono, si affacciano i primi segni di una ‘diversa’ ricerca melodica.

I live del gruppo – al secolo Andrew Hung e Benjamin John Power - sono stati da più parti dipinti come vere e proprie epifanie, mutazioni transmediatiche una fusione psico/fisica tra pubblico e band. Una nuova psichedelia a ben intendere, proprio perché elementi di drone music e minimalismo si affacciano ora prepotentemente nella musica del gruppo. Che nel frattempo si è fatto le ossa dal vivo con un altro grande del movimento neo-psych inglese – Alexander Tucker - e con un fratello di sangue (concettualmente parlando) come il canadese Caribou.
Street Horrrsing vi conquisterà grazie al suo incedere macilento, al sound da dancefloor sodomita, alle evidenti filiazioni industriali e alle morbose vocals (sapientemente filtrate). Suoni affastellati, elettroniche macilente, sudore ed emotività sfregiata. Una rovinosa macchina live, una coppia destinata a sconvolgere le regole della nuova musica rumorista. Come già evidenziato dal singolo apripista Bright Tomorrow, la summa del loro pensiero: una cadenzata techno spaziale ingarbugliata da loop elettronici, prossima ad essere risucchiata in un caotico vortice dove le macchine si sovrappongono alle ‘irriconoscibili’ voci, un urlo primordiale che arriva direttamente dal futuro!
Il disco è stato registrato da John Cummings dei Mogwai e masterizzato da Bob Weston degli Shellac.

http://www.myspace.com/fuckbuttons

http://www.fuckbuttons.co.uk/

19/02/08

Dalle viscere della terra


Gli Earth cominciano questa sera un tour in tre date in Italia, poche settimane dopo l'uscita del loro nuovo album. Suoneranno stasera, martedì 19, al Magnolia a Milano, mentre giovedì 21 e venerdì 22 saranno a Roma al Circolo degli Artisti e a Ravenna al Bronson.

E’ questo l’album della definitiva consacrazione per la band guidata dall’imperturbabile e mastodontico Dylan Carlson, un uomo che può a diritto fregiarsi del titolo di creatore di un nuovo – autentico – genere all’interno dell’asfittico mondo dell’heavy rock. Non bisogna andar lontano per rintracciare le origini degli Earth, il cui nome è un tributo all’omonima formazione pre-Black Sabbath. Progressivamente scrollatisi di dosso le malevole influenze di un doom rock senza respiro – come testimoniato dagli ormai ‘classici’ dischi per Sub Pop - gli Earth hanno intrapreso una lunga marcia di avvicinamento verso i confini del classico songbook americano. Di cui “The Bees Made Honey In The Lion’s Skull” ne risulta come ideale compendio.

Altro indizio che costituisce prova – stavolta indelebile – è la presenza del chitarrista extraordinaire Bill Frisell, musicista trasversale ed interprete inappellabile della nuova tradizione a stelle e strisce (con i suoi espressivi lavori per etichette quali Nonesuch/Elektra ed ECM). Qui Bill si ricorda della sua anima più rockish (quella messa in mostra nella memorabile avventura Naked City tanto per intenderci), presenziando in due brani dell’album e fornendo un ulteriore aurea mistica al progetto. Che – intendiamoci – è il migliore realizzato dalla band di Seattle, quello che permetterà loro di mettere un piede nella hall of fame del rock. Senza esagerazione questo è un disco realmente completo, capace di sostenere atmosfere ed intricate trame strumentali con una leggerezza unica. La formazione – oltre all’ospite di turno – si è stabilizzata attorno alle figure di Carlson, della batterista Adrienne Davies, del bassista Don McGreevy e del pianista/organista Steve Moore. La varietà di colori è forse la novità assoluta nel sound degli Earth, storicamente plumbeo e votato ad una perdizione di fondo. Le gentili atmosfere psichedeliche, l’uso quasi jazzy dell’organo Hammond, i mai troppo velati riferimenti al Neil Young di “Dead Man” fanno di questo album un classico del tempo a venire: una scrittura che si abbevera alla fonte dei padri per lanciarsi – vigorosamente – verso l’infinito.

18/02/08

Xiu Xiu "Women As Lovers"


A volte si ha la sensazione di un disco perfetto, è un flash, un pensiero che si insinua con prepotenza. Non accade spessissimo, solo al cospetto dei capolavori, questione di chimica verrebbe da dire. “Women As Lovers” è l’album che rilancia definitivamente la stella di Jamie Stewart, uno dei più sofferti autori della sfera indipendente americana, l’uomo che attraverso i suoi testi e le sue musiche vuole esorcizzare i grandi mali del nostro secolo: l’incomunicabilità, la profonda solitudine, il conflitto.

Da anni Xiu Xiu non ritrovavano la forza e la brillantezza degli esordi. Ci sono il livore ed il taglio sperimentale dei primi epocali dischi – “Knife Play” e “A Promise” – ma tutto è confinato alla forma canzone, pop lunare o alieno che dir si voglia, erede dei più emozionali scenari wave e dei decadenti luoghi del rock anni ’70. Come se il Bowie di Low operasse a Manchester ed utilizzasse i New Order come backing band. Vuole il caso che ci sia una passionale rendition di “Under Pressure” sul disco e dove l’ambiguità era rappresentata dal duca bianco in combutta coi Queen di Freddy Mercury, oggi Jamie sceglie come collaboratore quello che per lui è forse poco meno di un idolo: Michael Gira.

Aldilà di questi esotismi pop il disco vive di una tensione tutta particolare, canzoni del dopo-bomba, dove alle linee melodiche ed allo stridere delle corde di Stewart spesso si aggiungono ritmi robotici o sferzate pseudo-rumoriste. Contenuti ancora controversi ed una parvenza di nuova maledizione rock in titoli come “In Lust You Can Hear The Axe Fall” o “You Are Pregnant, You Are Dead”. Ma spesso i capolavori nascono proprio dove il conflitto è una parte importante del gioco.

Gli Xiu Xiu saranno in tour in Italia a Maggio

14/05/2008 - Roma - Circolo Degli Artisti
15/05/2008
- Milano - Magnolia
16/05/2008
- Firenze - Viper
17/05/2008
- Torino - Spazio 211


11/02/08

Fine Pena Mai - Paradiso Perduto

Goodfellas edizioni firma la colonna sonora del film "Fine pena mai", il film di Davide Barletti e Lorenzo Conte (Fluid Video Crew)

“FINE PENA MAI” Liberamente tratto dal romanzo autobiografico “Vista d’interni” (Manni Editori), il film narra le vicissitudini di Antonio Perrone, condannato a 49 anni di carcere, scontati in stato di isolamento totale secondo l’articolo di legge 41 bis. Il film è il racconto di un drammatico percorso umano. All’inizio degli anni Ottanta, Antonio Perrone è il primogenito di una benestante famiglia salentina. Ma la sua natura è irrequieta e, come tanti ragazzi di quell’epoca, sogna un futuro migliore, libero dai vincoli sociali. È il sogno di una vita al massimo. Quando si innamora della giovane Daniela sembra sul punto di realizzare i suoi desideri. Antonio vuole di più, sempre di più, entra nel mondo dello spaccio di droga, divenendo con l’incoscienza di un giovane romantico, protagonista di folli scorribande alla conquista del territorio. La sua corsa è inarrestabile: intraprende una serie di rapine fino a diventare un vero e proprio boss della neonata Sacra Corona Unita, la cosiddetta Quarta mafia, che tenne sotto ricatto, per un decennio, una regione fino ad allora vergine. Il suo sogno si è trasformato in un incubo. Se Perrone è un criminale dalla parabola insolita e drammatica, la Sacra Corona Unita è una mafia che presenta un percorso innovativo e anomalo rispetto alle altre mafie. Ultima a essere nata, tutti i suoi riti di iniziazione, la sua struttura verticistica, il suo codice d’onore nascono da una mescolanza e riedizione delle vecchie tradizioni malavitose. È una mafia violenta e irrazionale. Perrone finisce schiacciato dai suoi meccanismi e il suo percorso culmina in maniera tragica. L’epilogo della propria vita sarà una pena che sconterà senza fine. Mai.

Il film è interpretato da Claudio Santamaria (Antonio) e Valentina Cervi (Daniela)

la colonna sonora del film è composta di una collezione di brani esclusivi, appositamente composti e/o rielaborati da alcuni dei migliori musicisti indipendenti in Italia.

MUSICHE ORIGINALI: Brutopop, Antongiulio Galeandro
I Brutopop sono una storica formazione romana di estrazione post-punk, spesso legata al nome Assalti Frontali. Con nove brani strumentali, regalano alle scene più emozionanti del film la maestria del loro groove.
Antongiulio Galeandro è una delle nuove rivelazioni della musica folkorica pugliese, maestro della fisarmonica, mixa tradizione e minimalismo, creando il perfetto sound degli scenografici luoghi salentini.


MUSICHE NON ORIGINALI:Port Royal, Pigna People, Francisco, Valentino Romano, Bruno Petrachi, Raffaele Vasquez

L’apertura del film spetta al duo genovese dei Port-Royal, band che ha conquistato l'Europa con due album pubblicati dall'inglese Resonant.
Il collettivo romano Pigna People capeggiato da Marco Passarani, fondatore delle etichette Nature e Pigna, firma le musiche delle scene dance. Francisco, artista di Pigna, è autore del medley Romantic Lover (Cher Komisar) che anima la festa del nightclub.
L’allegro pop da balera che sentirete è di Valentino Romano, le canzoni tradizionali sono del cantante salentino Bruno Petrachi. Mentre i temi al pianoforte sono affidati ad un altro musicista salentino Raffaele Vasquez.


MUSICA PER TITOLI DI CODA:Treble featuring Daniela Martines e Raffaella Aprile

Polvere E Silenzio firmato da Treble (tra i fondatori dei Sud Sound Sytem), sposa atmosfere mediterranee a suoni giamaicani. Le parole di Treble sono tratte dal libro "Vista d'interni" di Antonio Perrone che ha ispirato il film.

IL FILM ESCE NELLE SALE IL 29 FEBBRAIO

La pagina myspace del film

Benga - Diary Of An Afro Warrior

Diary Of An Afro Warrior è uno degli album più attesi di questo 2008. Se Burial con Untrue ha guadagnato i vertici di numerose charts – unificando i giudizi di critica e pubblico - nel 2007,
l’ esordio sulla lunga distanza di Benga per Tempa (il nostro aveva già licenziato un album per la personale Benga Beats, oltre ad essersi reso protagonista di devastanti mix per Planet Mu ) è destinato a medesima sorte nel 2008. Night, il singolo che ha messo a ferro e fuoco la scena underground londinese, conquistando i djs quanto gli agitatori delle più rinomate dancehall, ha trionfato grazie alle sue morbose melodie, riuscendo a mantenere un profilo altissimo per numerosi mesi.
Oltre ad esser stato uno dei primi singoli dubstep ad imporsi prepotentemente nelle playlist di BBC Radio 1, Night ha rappresentato una sorta di punto di ‘svolta’ per musicisti e più ordinari appassionati di musica a livello internazionale, conquistando i favori di rinomati produttori quali Gilles Peterson, Ricardo Villalobos, Pete Tong, Zane Lowe, Annie Mac, Herve e Shy FX. Lo stesso brano è stato licenziato ‘all’istituzione’ Ministry Of Sound, pronta ad includere la taccia nelle sue rinomate compilation di successo. Il guanto di sfida del dubstep è stato lanciato, con buona pace degli ambienti mainstream, già ‘soggiogati’ dalla potenza evocativa di Skream e Burial. Benga è indubbiamente la nuova forza destinata a scardinare le ultime resistenze dei quartieri alti della discografia mondiale.

‘Una delle migliori club tracks dell’anno’ MUSIC WEEK
‘Questo singolo può seriamente ambire alla Top 40’ ***** MIXMAG
Night è semplicemente brillante!’ JOE (HOT CHIP)
‘Lo amo’ LAURENT GARNIER

Dopo un battesimo di fuoco con un singolo di tale levatura, l’album prosegue in un viaggio emozionale ricco di dualità, dove le pulsioni delle linee di basso si intercambiano con la qualità e l’intelligenza del songwriting, generando ibridi di nuova dance sotto il cielo tetro di Croydon, distretto della Londra del sud-est. Quella che un tempo era la fisicità della jungle trova nuovi sbocchi nei mille volti dell’autore, capace di ammorbidire le staffilate del basso e della batteria grazie a rimodellamenti che occhieggiano sia all’house detroitiana, al future jazz che allo storico hip-hop di deriva electro.
La nuova black music sembra avere il volto ed il sound di Benga. Black rain!

"Diary Of An Afro Warrior" esce a fine Marzo

la pagina myspace di Benga